Buongiorno, le faccio questa breve intervista, destinata al mio blog, per capire la difficoltà del momento, comprendere le sue basi storiche, per incoraggiare alla conoscenza, alla ricerca, all’approfondimento e, quindi, perché si realizzino i valori di una concezione democratica dell’educazione e dell’organizzazione sociale. Lei, che è stato è stato un politico, Sindaco di Firenze, terziario domenicano e francescano, appartenente all'Istituto Secolare dei Missionari della Regalità di padre Agostino Gemelli, servo di Dio per la Chiesa cattolica, avendo affermato, che è verità assoluta […] che qualunque organizzazione di vita politica, qualunque escogitazione di forme di Stato e qualunque partecipazione dei cittadini alla vita dello stato, non vale a salvare l’umanità della vita sociale, se gli individui non sentono quelle esigenze di giustizia e carità, le quali mentre attingono le più alte vette dello spirito umano, costituiscono la vita delle anime che credono in Cristo.., quanto ritiene sia importante l’impegno politico?
Non si dica quella solita frase poco seria: la politica è una cosa "brutta"! No: l'impegno politico – cioè l'impegno diretto alla costruzione cristianamente ispirata della società in tutti i suoi ordinamenti a cominciare dall'economico – è un impegno di umanità e di santità: è un impegno che deve potere convogliare verso di sé gli sforzi di una vita tutta tessuta di preghiera, di meditazione, di prudenza, di fortezza, di giustizia e di carità.
Difronte alle crisi ricorrenti personali e sociali, talvolta, percepiamo un senso diffuso di ingiustizia, su cosa dovremmo indirizzare lo sguardo?
Che cosa è questa crisi? È una crisi di attesa. I profeti del nostro tempo sono coloro che hanno protestato contro lo schiacciamento dell'uomo sotto il peso delle leggi economiche e degli apparati tecnici, che hanno rifiutato queste fatalità. Le speranze umane non sono interamente estranee alla speranza teologale. Le stagioni non le fa il contadino; vengono, e lui le aiuta. Si orientano tutte verso l'estate, verso i giorni della maturazione. Così fa la storia. La legge scritta vale, ai miei occhi, solo se essa non è strumento di oppressione e di fame!
Una delle motivazioni che ha caratterizzato il suo impegno di amministratore e di cittadino impegnato è stato quello di ricerca dell’uomo.
Mi saluta, dicendomi che la definizione di uomo non sta nel dove egli vive, ma in quello che è. La lotta nella città terrestre per dare il pane a coloro che non ne hanno, per vestire coloro che sono ignudi, è una condizione per divenire cittadini della città celeste. Mi possono arrestare: ma non tradirò mai i poveri, gli indifesi, gli oppressi: non aggiungerò al disprezzo con cui sono trattati dai potenti l'oblio od il disinteresse dei cristiani. Siamo un paese povero: altra formula ipocrita: siamo un paese povero pei poveri, è la formula vera!
Grazie e buona vita eterna.