Le faccio questa breve intervista, destinata al mio blog, per capire la difficoltà del momento, comprendere le sue basi storiche, per incoraggiare alla conoscenza, alla ricerca, all’approfondimento e, quindi, perché si realizzino i valori di una concezione democratica dell’educazione e dell’organizzazione sociale. Lei è considerato uno dei padri della Repubblica Italiana, è stato un economista, un accademico, un politico, il secondo presidente della Repubblica Italiana e membro dell'Assemblea Costituente.
Lo smart working pone tanti interrogativi. Lei ritiene che sia il caso di proseguirlo o prenderlo in considerazione solo in caso di emergenze come il Coronavirus. Quale è la sua opinione?
Nella vita delle nazioni, di solito, l'errore di non saper cogliere l'attimo fuggente è irreparabile.
Lei è stato giornalista, intellettuale ed economista di fama mondiale, cosa ritiene che dia valore ad un libro?
Il libro, sia esso romanzo saggio o poesia, deve coinvolgere al massimo l'intelligenza e la sensibilità del lettore. Quando in un libro, di poesia o di prosa, una frase, una parola, ti riporta ad altre immagini, ad altri ricordi, provocando circuiti fantastici, allora, solo allora, risplende il valore di un testo. Al pari di un quadro o scultura o monumento quel testo ti arricchisce non solo nell'immediato ma ti muta nell'essenza.
Quali sono gli effetti derivati da troppi centri di potere che si sono presentati in occasione della attuale pandemia?
Dove son troppi a comandare, nasce la confusione.
Grazie e buona vita.