L’arrivo delle giornate calde, con l’auspicabile miglioramento della situazione epidemiologica, invoglia a lasciare i centri abitati per recarsi nelle campagne, nei parchi e nei boschi dove fare escursioni, ma anche attività ricreative. Il recente rinvenimento, su una bretella del Sentiero Italia, di larve di processionaria del pino (Thaumetopoea pityocampa), mi ha portato a pensare a questo insetto e ai suoi effetti.
Le tipiche file indiane di bruchi di questo lepidottero appartenente alla famiglia delle Notodontidae, evocano le processioni. La sua peluria risulta particolarmente urticante e, senza volerlo, può cagionare, anche, seri danni alla salute umana, a quella di animali domestici e alle piante, alle quali causa un’intensa caduta di foglie. Qualche persone è stata costretta a recarsi al pronto soccorso per essere venuto a contatto. Quindi, alle consuete misure precauzionali, in questo periodo, occorre osservare la presenza di questi lepidotteri, evitando di addentrarsi nei boschi nei quali si rinvengono i bruchi. Viene suggerito, poiché potrebbero essere presenti peli urticanti, di lavarsi accuratamente i capelli, liberarsi prima possibile e lavare gli abiti contaminati ad almeno 60°, non grattare le parti del corpo contaminate e, in caso del protrarsi dei sintomi, di recarsi dal medico. La presenza dei nostri esperti amici entomologi, Francesco Manti e Elvira Castiglione, nel Comitato tecnico-scientifico della Regione Calabria, che si occupa di individuare nuovi strumenti idonei a garantire, nel medio e lungo periodo, una maggior efficacia, sotto il profilo della prevenzione e del contrasto, ci lascia ben sperare. Buon cammino!