Non è difficile notare, lateralmente, all'autostrada Salerno - Reggio Calabria, nel tratto che costeggia lo Stretto di Messina, ruderi di strane costruzioni, chiamati localmente "passi". Questi venivano utilizzati per la caccia, soprattutto del falco pecchiaiolo, chiamato, in loco, Adorno. Felicemente,

solo in età adulta, attraverso la lettura della cronaca locale e il racconto di amici, venivo a conoscenza di alcuni episodi, legati a questa tramontata e ora vietata attività venatoria. In primavera, nei territori che si affacciavano sullo Stretto di Messina, si sentivano spari di armi che si rincorrevano da una vallata ad un'altra, da un crinale ad un altro. Questo susseguirsi di schioppettate faceva la "festa" a questi uccelli migratori che si nutrono di vespe, api e del loro miele. Non di rado, si leggeva, che gli uccelli venivano sparati anche da balconi e terrazze di centri abitati. Questa attività evocava anche credenze e superstizioni: l'uccisione dell'uccello allontanava l'infedeltà coniugale ed era segno di virilità. A fine stagione venatoria, chi aveva ucciso di meno, veniva beffeggiato. Ora, molti "passi" sono diventati luoghi ideali per assistere allo spettacolare attraversamento dello Stretto di Messina di questi uccelli, provenienti dall'Africa che, in grande quantità, finalmente e felicemente nidificano nella civile Europa

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