C'era chi, sventolando carte & affini, insieme a vanità di poco conto, aggiungeva " carburante" ricco di astio e di onnisapienza, alle fiamme divampate sui mezzi di comunicazione sociale,

mentre

  • nel territorio della città metropolitana di Reggio Calabria, estesi preziosi ecosistemi forestali, habitat faunistici, agroecosistemi, insediamenti rurali, centri storici, luoghi di culto, case rurali, punti panoramici, viabilità, percorsi naturalistici ed altro erano interessati da vasti incendi; 
  • 5 persone morivano nel tentativo di salvare dal fuoco lembi di territorio, fonte del loro lavoro;
  • elicotteri e canadair riversavano sul suolo, per spegnere gli incendi, grandi quantità di acqua salata;
  • Sindaci e uomini della Polizia locale, della Polizia di Stato, dei Carabinieri, dei Vigili del fuoco (65 provenivano dalle regioni Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana e Lazio), della Protezione Civile, di Calabria verde, di associazioni di volontariato come il Club Alpino italiano e molti altri lavoravano alacremente e senza sosta per fermare il fuoco;
  • venivano evacuate alcune abitazioni dei principali paesi interessati dall'incendio come Roccaforte del Greco, Africo vecchio, Bagaladi, San Lorenzo, Grotteria, Cardeto ed altri;
  • per il disastro ecologico, l’aria diventava asfissiante e la sua temperatura aumentava in modo innaturale;
  • aree importanti del Parco Nazionale dell’Aspromonte come i pini di Acatti ed estese pinete andavano in fumo;

Accanto a tanta amarezza e tristezza per quanto sopra, mi resta il piacere di avere letto bellissime ma amare pagine, scritte da riconosciuti intellettuali, su quanto accadeva e sulle conseguenze.

Spero che siano chiare scelte scientifiche a far ripartire la natura del territorio incendiato.

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