Io che leggo, ascolto e studio non so, se non per sommi capi, cosa sia stato il fascismo. Mi viene difficile pensare che quei facinorosi lo sappiano e lo sposino per quello che è stato e non per quello che credono che sia stato. Si tratta, nella migliore delle ipotesi, di persone piene di dispiacere per la negazione di diritti e il richiamo ai tanti doveri. Ritengo che, per lo più, siano aggressive persone
frustrate della vita, cattive, infelici, invidiose, manipolate e nere a livello cerebrale. Nulla contro chi protesta, ma non si tollera alcuna forma di violenza favorita dalla impunità e dalla dubbia certezza della pena. Quella recentemente manifestata a Roma suona come una chiara debolezza delle Istituzioni. È ben noto che la libertà non è un punto di arrivo ma una conquista che va garantita attimo per attimo anche attraverso le sconosciute attività preventive e repressive. Come la pianta va coltivata bene per dare frutti, fiori e garantire il perpetuarsi della vita, così la libertà va garantita con il senso del dovere e con il godimento dei diritti. Se i diritti e i doveri camminano insieme, allora è più facile garantire il godimento dei principi costituzionali e allontanare ogni minaccia.
La libertà conquistata non è qualcosa per cui dobbiamo ringraziare lo Stato, ma un qualcosa per cui dobbiamo ringraziare chi l’ha conquistata e anche noi a patto che riusciremo a garantirla anche alle prossime generazioni.