Le faccio questa breve intervista, destinata al mio blog, per capire la difficoltà del momento, comprendere le sue basi storiche, per incoraggiare alla conoscenza, alla ricerca, all’approfondimento e, quindi, perché si realizzino i valori di una concezione democratica dell’educazione e dell’organizzazione sociale. 

Lei è conosciuta soprattutto perché stata una partigiana, insegnante e politica, essendo stata, anche, la prima donna ad aver ricoperto la carica di ministro della Repubblica Italiana. Cosa pensa della presenza femminile in politica?

Quando le donne si sono impegnate nelle battaglie le vittorie sono state vittorie per tutta la società. La politica che vede le donne in prima linea è politica d'inclusione, di rispetto delle diversità, di pace. La presenza femminile in politica, nei posti cosiddetti "di potere", non serve, soltanto alle donne, ma serve a migliorare la qualità della società. Per tutti. Noi facciamo politica in un modo diverso. Siamo molto più concrete e meno ideologiche, abbiamo più capacità di arrivare a una soluzione di compromesso senza partire da Adamo ed Eva. Siamo più pragmatiche e, diciamolo, anche più oneste. Forse perché siamo arrivate al potere da poco e lo viviamo come un servizio, non come una passione personale.

Lei ha sostenuto che la nostra storia ci dovrebbe insegnare che la democrazia è un bene delicato, fragile, deperibile, una pianta che attecchisce solo in certi terreni, precedentemente concimati, attraverso la responsabilità di tutto un popolo. Dovremmo riflettere sul fatto che la democrazia non è solo libere elezioni, non è solo progresso economico. È giustizia, è rispetto della dignità umana, dei diritti delle donne. È tranquillità per i vecchi e speranza per i figli. È pace. Quale è stata per lei l'esperienza più sconvolgente della sua vita?

Solo frugando nei segreti della P2 ho scoperto come il potere, quello che ci viene delegato dal popolo, possa essere ridotto a un'apparenza. La P2 si è impadronita delle istituzioni, ha fatto un colpo di Stato strisciante. Per più di dieci anni i servizi segreti sono stati gestiti da un potere occulto.

Come mai le donne, che paiono aver tanto bisogno di identificarsi in un modello femminile, poi non le votano?

Credo che le ragioni siano di due tipi. Primo, noi ci rifiutiamo ai meccanismi di selezione tradizionali, fatti con metodi duri e spietati che le donne non possono condividere. Clientelismo, spese altissime di organizzazione dei consensi e cosi via. In questo siamo più deboli, perché stiamo all'interno di una logica politica più seria. Poi, abbiamo meno appoggio dai partiti. L'esame, nei confronti delle donne, è più severo, e non finisce mai. Gli uomini possono permettersi qualche passo falso. Per noi, al primo sbaglio è finita.

Grazie e buona vita

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