La cattiva politica, quella che mai rinuncerà al voto, sbandiera ai 4 venti che nulla cambierà, per indurre in tentazione a non votare, soprattutto, coloro che, a vario titolo, non partecipano alla vita sociale. In questo modo, con pochi suffragi, la precedente e l'attuale politica calabrese, è riuscita, riesce e riuscirà, avvalendosi del sistema democratico o presunto tale, a mantenere e/o conquistare il potere.

Riusciranno le 6 donne, elette nel Consiglio regionale della Calabria e le due scelte in Giunta a liberarci dai rifiuti solidi e umani, dal mare e corsi d'acqua sporchi, a darci una dignitosa sanità, un efficiente sistema di mobilità sul versante ionico e a essere più brave degli ex colleghi maschi che le hanno precedute in questi primi 51 anni di consiliatura regionale?

Quanto l’apparato amministrativo, in buona parte realizzato con sistemi clientelari, sarà libero e quindi sarà di supporto agli esperti e ai politici per fornire efficaci atti di indirizzo politico-gestionale?

Quanto sarà capace e voglioso di gestire l'attività che compete all'ente regionale?

Rinunciare al voto significa mantenere lo status quo, privando chi ancora sogna, di poter vedere un sostanziale cambiamento. Cambiamo in noi il cambiamento che vogliamo vedere negli altri è il primo passo per migliorarsi e non per essere complici di un sistema che non apprezziamo.

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