Non ho mai amato i ruffiani e gli adulatori.
Sono in ottima compagnia di Pierangelo Bertoli che cantava (…)Ho sempre odiato i porci ed i ruffiani e quelli che rubavano un salario. I falsi che si fanno una carriera con certe prestazioni fuori orario.
Sono vicino anche a William Shaskespeare che nel Giulio Cesare faceva recitare
(…)Nobile, illustre, onnipossente Cesare, Metello Cimbro a te s’inchina.....
Cimbro, ho a prevenirti che queste vili adulazioni, queste genuflessioni abbiette possono piaggiare la vanità d’uomini volgari, e mutarli ne’ loro propositi; ma non nudrire la folle lusinga che il cuore di Cesare gli sia tanto ribelle da rimetter della sua tempra per queste codarde blandizie. Tuo fratello è espulso per decreto del Senato: se per lui m’aduli, se ti curvi, se intercedi per lui, io ti disprezzo, Cimbro, come l’animale che lorda le vie. Impara che Cesare non commette ingiustizie, e che senza averne debito mai non punisce.
(…) CASSIO
Tu non mi vuoi bene.
BRUTO
Non mi piacciono i tuoi difetti.
CASSIO
Un occhio amico non vedrebbe mai questi difetti.
BRUTO
Un occhio adulatore non li vedrebbe, anche se si mostrassero immensi come l’alto Olimpo.
Mi piace Dante Alighieri quando li colloca immersi nello sterco nella II Bolgia dell’ottavo cerchio.
Gli adulatori, talvolta, impiegano l’adulazione come azione preliminare per convincere, per compromettere e in ogni caso a ottenere benefici.
La domanda che mi viene spontanea e che vi pongo: Gli adulatori potranno diventare vittime di adulatori?