E’ stata la comune visita che abbiamo fatto nel 1975, in occasione dell’anno santo, nelle catacombe di Priscilla, dove c’è la più antica Natività raffigurata con la presenza della Vergine e Gesù Bambino, a spingere, in età adulta, l’ingegnere Vincenzo Papalia all’arte presepiale?  Lui dichiara che siano stati il senso dell’arte e del sacro al servizio della comunità a iniziarlo ad interessarsi a temi religiosi.

Si è dedicato all’arte tipica delle tradizioni natalizie quando i principali impegni lavorativi, come la direzione dei lavori ferroviari del raddoppio della linea Reggio Calabria – Melito Porto Salvo e del lungomare “Italo Falcomatà”, oltre gli impegni familiari, glielo hanno consentito. Ha ripreso la tradizione, prevalentemente italiana, iniziata all'epoca di San Francesco d'Assisi. Il Santo, avendo avuto l'autorizzazione da papa Onorio III, tornato da poco dalla Palestina e, avendo visitato Betlemme, ha realizzato la prima rappresentazione della Natività a Greccio, nel 1223, perché trovava in tale località analogie con la più famosa città palestinese. Le sue creature sono diorami, cioè modelli che ricreano scene presepiali in scala ridotta, e presepi tradizionali, napoletani e palestinesi. Conosciuto in tutta Italia, ha esposto, in molti luoghi cittadini, le sue opere soprattutto per farle conoscere ai giovani, ha rilasciato molte interviste e la sua arte è stata pubblicata in tante riviste. Se “te piace ' o presepe?”, la domanda di Eduardo tratta dalla commedia "Natale in casa Cupiello", allora anche in questo Natale diventa categorico vedere le opere di Enzo Papalia.

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