Le faccio questa breve intervista, destinata al mio blog, per capire la difficoltà del momento, comprendere le sue basi storiche, per incoraggiare alla conoscenza, alla ricerca, all’approfondimento e, quindi, perché si realizzino i valori di una concezione democratica dell’educazione e dell’organizzazione sociale.

Lei è stato protagonista del rilancio europeo, il promotore della Conferenza, a cui parteciparono i ministri degli Esteri della Comunità europea del carbone e dell'acciaio (CECA), tenutasi a Messina dal 1º giugno al 3 giugno 1955. In quella occasione ha dichiarato che siamo tutti ansiosi di estendere sempre più la nostra integrazione.

Dopo due anni lei ha guidato la delegazione italiana per la stesura e la firma dei Trattati di Roma. Qual è Il vero fondamento dell'unità europea?

Il vero fondamento dell'unità europea è di natura spirituale. L'Europa è già unita nella cultura e nella civiltà, se è vero - come è vero - che noi non esitiamo a chiamare europei un Dante ed un Goethe, uno Shakespeare ed un Pascal, e 13 riteniamo nostro comune patrimonio la libertà individuale, la democrazia politica, lo stato di diritto, conquiste elaborate dalla plurimillenaria storia europea nel suo svolgimento unitario. Ma la coscienza di questa unità culturale e civile non basta: occorre che essa sia confermata dai popoli europei con azioni positive e concludenti.

Lei è stato, dal 1962 al 1964, Presidente del Parlamento Europeo A quale Europa unificata pensava quando affermava che il rinnovamento della vita d'Europa, postulato dagli strumenti diplomatici del 25 marzo, non può essere realizzato che mediante una intensa e continua opera di crescenza e di progresso?

La visione di un'Europa unificata è stata ispiratrice di una fede morale e politica che ha animato gli uomini migliori d'Europa, da De Gasperi a Schuman, da Adenauer a Churchill, da Sforza a Spaak, allorché ad essi sembrava fatale il declino dell'antico continente a seguito della grave crisi conseguente alla seconda guerra mondiale. Quella fede si è ancorata ad un maturo pensiero, espressione della più realistica valutazione delle condizioni e delle esigenze dell'attuale ciclo storico nel quale il potere materiale, nelle sue molteplici ha raggiunto un tale grado di sviluppo da non poter essere più conseguito con i mezzi modesti di cui dispongono i singoli Stati europei.

Lei ha fatto il primo discorso di un ministro italiano all'Assemblea dell’ONU.  Parlò di un tentativo che fu preludio al felice esperimento di una Comunità politica di popoli desiderosi di unirsi per collaborare nella concordia ad opere di civile progresso?

Quell'esperimento si svolse sul libero suolo dell'America ed è degno di essere oggi da noi ricordato non solo perché diede origine a una delle più perfette e complete costruzioni politiche di tutti i tempi, ma perché fu quella la prima volta in cui l'Europa riuscì ad unificarsi, sia pure su un suolo lontano e diverso dal proprio. A differenza dei costituenti americani, oggi noi abbiamo precisi modelli cui poterci riferire: da quello americano a quello, a noi così prossimo, della Svizzera, giustamente definita il «microcosmo europeo del macrocosmo americano».

Grazie e buona vita

 

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