Le faccio questa breve intervista, destinata al mio blog, per capire la difficoltà del momento, comprendere le sue basi storiche, per incoraggiare alla conoscenza, alla ricerca, all’approfondimento e, quindi, perché si realizzino i valori di una concezione democratica dell’educazione e dell’organizzazione sociale.

Lei è stato eletto capo provvisorio dello Stato dall'Assemblea Costituente e il 1º gennaio 1948 assunse il titolo di Presidente della Repubblica Italiana. Nel suo primo messaggio disse che la grandezza morale di un popolo si misura dal coraggio con cui esso subisce le avversità della sorte, sopporta le sventure, affronta i pericoli, trasforma gli ostacoli in alimento di propositi e di azione, va incontro al suo incerto avvenire.


Il mondo è dei pazienti, disse uno dei fondatori della grande democrazia americana; e noi sapremo, con sforzo vigile e diuturno, curare le nostre ferite, risanare i nostri mali, ricostruire le nostre fortune. La nostra volontà gareggerà con la nostra fede. E l'Italia - rigenerata dai dolori e fortificata dai sacrifici - riprenderà il suo cammino di ordinato progresso nel mondo, perché il suo genio è immortale.
Per assumere la carica di Presidente della Repubblica è giunto a Roma con la sua auto privata. Rifiutò lo stipendio previsto per il capo dello Stato. Quale idea e guida l’ha guidato nell’esercizio delle quattro delle cinque maggiori cariche dello stato che ha ricoperto?

Poter dire, allorché vi rimetterò il mandato, che, se involontari errori commisi, non mi resi mai indegno della vostra fiducia, perché non venni mai meno ai miei più sacri doveri.
Cosa ci dice della frase di Aristotele: Che cosa invecchia presto? La gratitudine?

La riconoscenza è il sentimento della vigilia.

Grazie e buona vita

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