Le faccio questa breve intervista, destinata al mio blog, per capire la difficoltà del momento, comprendere le sue basi storiche, per incoraggiare alla conoscenza, alla ricerca, all’approfondimento e, quindi, perché si realizzino i valori di una concezione democratica dell’educazione e dell’organizzazione sociale.
Lei, che è stato eletto all'Assemblea costituente, Presidente della Camera e il terzo Presidente della Repubblica Italiana, ci ha ricordato che la democrazia, quella cui tutti ci appelliamo, non è soltanto convivenza e libero sviluppo di forze politiche, siano esse di maggioranza o di minoranza; non è soltanto un equilibrio di poteri nella vita e nella struttura dello Stato. Cos’è, allora?

E’ soprattutto un costume politico, attraverso il quale la discussione non sarà rissa, o scambio di invettive, o volontà di sopraffazione, ma sarà, invece, aperto, chiaro, consapevole sforzo di convergenza – pur nella divergenza delle idee – verso uno scopo superiore, che è quello di servire il nostro Paese. 

Lei, ha dato le dimissioni dall’incarico di Sottosegretario all'Industria nel Governo Mussolini. Perché ha detto che la libertà e la democrazia non sono mai conquiste irrevocabili nella vita di un popolo, ma sono momenti del suo cammino faticoso verso forme superiori di convivenza sociale e politica. Ed oggi noi siamo proprio all'inizio di un nuovo periodo verso queste forme superiori di vita a cui tendiamo. 

Le dittature hanno rappresentato e rappresentano tuttora le residue forze di resistenza di un passato che non si rassegna a morire; sono l'espressione di vecchie classi dirigenti – e non sempre né esclusivamente borghesi – le quali sono ancorate a concezioni superate e lontane, a tentativi di fermare e di cristallizzare, con affermazioni di predominio e di forza da parte dell'una o dell'altra frazione sociale, la vita e il movimento della collettività, mentre questi risultano dal contrasto di elementi irriducibili e contrapposti e riposano sulla loro indistruttibile pluralità. 

Lei, che ha partecipato alla riunione di fondazione del Partito Popolare Italiano, convocata da don Luigi Sturzo e, dopo alla prima riunione clandestina propedeutica alla fondazione della Democrazia Cristiana, ha affermato che troppo spesso Cancellerie e Governi ritornano ai criteri e ai principi delle sfere di influenza e della spartizione del mondo sulla base d'un predominio. Ritiene che siano legati a precise ideologie politiche? 

Si direbbe che i Governi – e purtroppo di qualsiasi ideologia politica – siano assai lontani dalla coscienza popolare, poiché questa volge verso forme più umane ed istintive di solidarietà che superano i nazionalismi senza rinnegare il sano senso nazionale.

Grazie e buona vita

 

 

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