Le faccio questa breve intervista, destinata al mio blog, per capire la difficoltà del momento, comprendere le sue basi storiche, per incoraggiare alla conoscenza, alla ricerca, all’approfondimento e, quindi, perché si realizzino i valori di una concezione democratica dell’educazione e dell’organizzazione sociale.

Lei è stato sesto presidente della Repubblica italiana. Ha detto che le energie morali alle quali ogni giorno il nostro paese attinge per la sua ripresa possono essere inesauribili se saranno alimentate dall'entusiasmo e dalla fede dei giovani. Per quale motivo i giovani dovrebbero andare a scuola?

Non basta mandare i figli a scuola, bisogna accompagnarli sulla via degli studi, bisogna costruire giorno per giorno in essi la consapevolezza che a scuola si va non per conquistare un titolo, ma per prepararsi alla vita.

Lei è stato anche il primo a ricoprire tutte e tre le cariche principali dello Stato, quella di almeno uno dei rami del Parlamento, quella di Presidente del Consiglio e quella di Presidente della Repubblica. Quale cognizione avevate all’alba del 2 giugno 1946?

Quando il 2 giugno 1946 nacque la Repubblica, tutti avemmo la consapevolezza che conservare integri nel tempo gli ideali cui essa si ispirava, avrebbe comportato momenti di duro impegno ed anche grandi sacrifici.

Lei è stato il primo Presidente della Repubblica italiana a procedere allo scioglimento anticipato di entrambe le camere. Cosa voleva dire il 30 aprile 1978, quando pronunziò alla presenza di Vassalli e dell'ex avvocato dello Stato, Manzari, la frase ho l'anima pronta e la penna a disposizione?

Io sono pronto a qualsiasi grazia purché mi sia proposta. Già in passato io mi ero molto occupato attraverso anche il Guardasigilli Bonifacio, il compianto Guardasigilli Bonifacio, il quale si attivò moltissimo alla ricerca di qualche detenuto che potesse essere oggetto di grazia perché si trovava al di fuori del giudicato.

Grazie e buona vita

 

 

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