Non so se sia stato lui. In ogni caso mi piace pensare, che sia stato Sant'Elia l'eremita a chiedermi, in un sogno notturno, di cercarlo attraverso le sue testimonianze. Fatto sta, che siamo andati a cercare le sue tracce. Quelle che si possono osservare meglio si raggiungono dal parcheggio, a monte dell'abitato di Curinga, paese del lametino, lungo la strada che porta a San Nicola di Maida.
Non si ha alcuna difficoltà a vedere sulla sinistra i resti di un edificio, che monaci bizantini pare l'abbiano elevato a luogo di culto. Si racconta che, successivamente, sia diventato un monastero nel quale si sono avvicendati vari ordini monastici. Poi, sulla destra, seguendo una staccionata, si arriva all'attrattore principale, che pare sia stato messo a dimora , propria da Sant'Elia. Dopo qualche tornante, appare nella sua grandiosità un imponente platano orientale. Questo è alto più di venti metri ed ha una circonferenza alla base del tronco di oltre 18 metri. Ad un occhio attento, non può sfuggire che sia cavo, perché danneggiato dal fuoco. L'interno del tronco, ad occhio e croce, potrebbe ospitare più persone in piedi e anche una sopra l'altra. Osservando la cavità, interrotta da "finestrelle" il pensiero va alle troppe persone che in occasione di temporali cercano erroneamente riparo sotto gli alberi, lasciando la vita, perché colpiti da fulmini. Può testimoniare storie interessanti dei tanti viandanti che da li sono passati da oltre mille anni. Una passeggiata, in buona compagnia, potrebbe essere un modo intelligente per trascorrere delle ore in mezzo alla natura e per conoscere la storia di quei luoghi?
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