La giusta attenzione per l'Ucraina e la tanta disattenzione per la nostra terra centro meridionale, mi fanno ritornare alla mente gli studi scolastici della politica coloniale italiana durante il ventennio fascista.

Penso alle opere pubbliche realizzate in Somalia e in Eritrea nel mentre, per mancanza di strutture, nel mezzogiorno imperversava la povertà, la malaria e l’ignoranza. Oggi, a distanza di tempo, l’Italia si impegna a costruire opere importanti, in tempi brevi, in altre regioni del mondo ma consente, nel contempo che tanti datati impegni, in Italia, vengano disattesi. Mi vengono in mente quelli nei confronti dei tanti terremotati, alluvionati e abitanti della costa ionica, lasciati senza una strada statale degna di essere considerata tale. Lo stato italiano non ha alcuna difficoltà ad acquistare armi da guerra per mandarle a destra e sinistra, mentre ha tanta difficoltà per dare le giuste armi alle forze dell'ordine e ai magistrati al fine di contrastare i tanti grandi e piccoli “Putin” con annessi e connessi che imperversano nelle nostre contrade, creando sconquasso nella vita di noi comuni mortali. Non sono particolarmente dispiaciuto per quelle persone che hanno avuto dallo Stato la possibilità di istruirsi e non l'hanno fatto niente perché lo facessero i loro figli. Lo devono solo a loro stessi se ora sono vittime della loro ignoranza e arroganza, dell’attività criminale dei locali e nazionali dei grandi e piccoli “Putin”.

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