Non è stata la vista dal Summit, (una nuova esperienza culturale), nemmeno la Statua della libertà (simbolo del sogno di realizzare le proprie aspirazioni lavorative) e neppure il Times square (fantasmagoriche luci che illuminano la notte) a suscitarmi le migliori sensazioni nel recente soggiorno a New York.

Quando mi sono ritrovato dinnanzi al quadro “La notte stellata”, presso il MOA, il mio corpo è stato inspiegabilmente percorso da strane vibrazioni mentre gli occhi si gonfiavano e lasciavano andare incontenibili lacrime sul mio viso. Il mio sguardo stupefatto non riusciva a staccarsi dal quadro di Vincent Van Gogh che desideravo di vedere dopo avere visto altri i suoi capolavori al Van Gogh Museum di Amsterdam, al Museo d’Orsay di Parigi e a alla National Gallery di Londra. Ho realizzato il sogno di accostarmi al quadro che porta immediatamente i miei pensieri alla famosa frase di Immanuel Kant “Due cose riempiono l'animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quanto più spesso e più a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo stellato sopra di me, e la legge morale in me”. Di cieli stellati ne visti tanti, anche se quello che più mi ha magnetizzato è quello che si vede dalla cima dell’Aspromonte, ma non riesco a capacitarmi perché la stessa morale che c’è in me non muova anche le azioni del genere umano.

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