Ricordo come se fosse oggi che, in un torrido e assolato pomeriggio estivo, con mio fratello ci siamo portati in una campagna situata alle prime propaggini dell’Aspromonte. Grande è stata la meraviglia quando ci apparve un gruppo di struzzi adagiati fra l'erba, con il lungo collo nudo, piegato fino a terra, quasi ad assomigliare ad una terza zampa.

La nostra gioiosa sorpresa è stata, quando gli uccelli più grandi del mondo, incapaci di volare, ma che arrivano anche a 150 kg e 2.50 metri di altezza, avendoci visto vicini alla recinzione, ci avevano elargito un bel “sorriso” e poi si erano avvicinati muovendosi con una bella andatura. La prima impressione è stata che lo struzzo aveva trovato un ambiente molto favorevole. Riflettevo che si era bene adattato in Aspromonte grazie anche all’affinità che ha con i suoi abitanti che, spesso come questo grosso pennuto, digeriscono o sopportano tutto ma anche ignorano volutamente situazioni o problemi spinosi, secondo la leggenda per cui lo struzzo, in prossimità del pericolo, nasconderebbe il capo sotto la sabbia. Se la memoria non mi inganna rammento che, in quel periodo, c’era stato un proliferare di allevamenti, segnalati da visibili cartelli stradali. Mi piacerebbe sapere se attualmente ci sono allevamenti.

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