Nel tardo autunno, sostituisco la brioche con gelato al gusto di pistacchio e crema reggina, con profumate annone. Allora le poche piantagioni erano diffuse nei dintorni di Reggio Calabria. Diversamente di altre tipologie di frutta, l’annona faceva capolino, alla fine di ottobre, sulla nostra tavola.

Ricordo che mia madre, sapendo della maturazione non scalare, acquistava modiche quantità che avvolgeva con panni, decorati con motivi australiani, regalatici da parenti che erano venuti dal quel continente. Quindi, li metteva in un cassetto e solo quando le annone diventavano mature le portava sulla tavola. A differenza dei frutti tradizionali, che vanno sbucciati, questi li tagliavamo in due parti e subito affondavamo il cucchiaino dentro la polpa molto profumata e simile a una crema, consumandoli a sazietà. A maturità, la buccia si presenta di colore verde e bronzo, la forma è simile a quella di una pera di grandi dimensioni con molle polpa bianca e tanti grossi semi di colore nero. Pare che, originaria del Perù, sia arrivata a Reggio oltre la seconda metà del 1800, provenendo dall’orto botanico di Palermo. Oggi gli annoneti sono coltivati, in grande quantità, soprattutto nella fascia dello stretto di Scilla e Cariddi. E allora, buon appetito!

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