Si racconta che Aristippo, che passava la vita negli agi, trascorrendo i suoi giorni a corte e adulando il re, incontrò il filosofo Diogene di Sinope a Corinto, forse dopo essere naufragato a Rodi. Quando lo vide, per caso, che stava cenando con un piatto di lenticchie, non esitò a dirgli:

-  “Caro Diogene, se tu imparassi ad essere ossequioso con il re non dovresti vivere di robaccia come le lenticchie”.

Diogene non esitò a rispondere:

- “E se tu avessi imparato a vivere mangiando lenticchie, ora non saresti costretto a dovere adulare il re”».

Questa storia, che mi è pervenuta recentemente, mi ha spinto a soffermarmi sulla cultura dominante in Aspromonte e nelle terre sottostanti. L’atteggiamento di conformare il pensiero a quello dei potenti è una delle limitazioni più evidenti che impediscono il rapido e significativo miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni. Queste, infatti, trovano più facile adulare e sottomettersi piuttosto che affrontare e superare i traumi e le difficoltà tramandate di generazione in generazione. D’altra parte, al mondo, nulla è più faticoso della sincerità e più agevole dell'adulazione.  

Aristippo, nato a Cirene nel 435 a.C. e deceduto a Lipari nel 366 a.C., è stato un filosofo greco antico, fondatore della scuola cirenaica.

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