L'istituzione dei tratturi appenninici, conosciuti come "vie erbose", era avvenuta nel 1447. Alfonso primo d'Aragona aveva istituito la "Regia dogana della Mena delle pecore" allo scopo di regolamentare la riscossione dei proventi derivanti dal passaggio e dal pascolo dei pastori le cui greggi svernavano in Puglia.
Successivamente, Giuseppe Bonaparte, nel 1806, aveva abolito la Regia dogana, trasformando i tratturi in terreni coltivabili. Un tempo erano molto diffusi e consentivano agli armenti di spostarsi, almeno due volte l'anno. Nel tempo sono stati soppressi tutti i tracciati non più necessari all'uso pubblico e rimasero solo quattro. Nelle aree degradate e dismesse aspromontane, l'allevamento in forme prevalentemente pascolive, con il recupero dei tratturi, potrebbe essere una valida alternativa all'allevamento intensivo, facendo diventare i pastori transumanti anche attenti osservatori delle dinamiche territoriali. La loro valorizzazione andrebbe nella direzione di salvaguardare l'ambiente, poiché permetterebbe la gestione territoriale di ampie superfici e la cura di molti terreni abbandonati, favorendo, anche, la prevenzione dei ricorrenti rischi come quelli da incendi, da erosione, da alluvioni, ecc., e, nel contempo, indirizzerebbe verso il turismo rurale e il contrasto allo spopolamento.