Le faccio questa breve intervista, destinata al mio blog, per capire la difficoltà del momento, comprendere le sue basi storiche, per incoraggiare alla conoscenza, alla ricerca, all’approfondimento e, quindi, perché si realizzino i valori di una concezione democratica dell’educazione e dell’organizzazione sociale.

Lei che è stato un cantautore tra i più influenti dello spettacolo e della musica italiana del secondo dopoguerra ha cantato: guardando i giornali con un minimo di ironia | li dovremmo sfogliare come romanzi di fantasia | che poi il giorno dopo e anche il giorno stesso | vanno molto bene per accendere il fuoco | o per andare al cesso. Cosa pensa degli opinionisti?

Sì, mi fanno male tutti questi geniali opinionisti che litigano, si insultano, gridano, sempre più trasgressivi…questi coraggiosi leccaculi travestiti da ribelli! Mi fa male che ‘tutto’, sia volgarità.

Lei che è stato anche un regista teatrale ha detto che l’appartenenza non è lo sforzo di un civile stare insieme, non è il conforto di un normale voler bene. Che cos’è allora?

L’appartenenza è avere gli altri dentro di sé.

Lei, che aveva mollato tutto per il teatro e l’impegno sociale, ha detto che l’importante è insegnare quei valori | che sembrano perduti. Con quale rischio?

Con il rischio di creare nuovi disperati.

Grazie e buona vita

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