Le faccio questa breve intervista, destinata al mio blog, per capire la difficoltà del momento, comprendere le sue basi storiche, per incoraggiare alla conoscenza, alla ricerca, all’approfondimento e, quindi, perché si realizzino i valori di una concezione democratica dell’educazione e dell’organizzazione sociale. 

Lei, che è stato considerato nel mondo arabo il genio della sua epoca, a proposito dell’amicizia, ha detto: siamo amici. Io non desidero niente da te, tu non vuoi nulla da me. Io e te... dividiamo la vita. Ci dica ancora sull’amicizia.

L'amicizia è sempre una dolce responsabilità ma non è mai un'opportunità.

Lei, che è stato un poeta, a proposito dell’amore, ha detto: è sbagliato pensare che l'amore sia frutto di una lunga conoscenza e di un tenace corteggiamento. L'amore è la sorgente dell'affinità spirituale e se tale affinità non nasce all'istante, non potrà svilupparsi nel corso degli anni e neanche delle generazioni. Che cos’è, allora, il vero amore?

Il vero amore non è né fisico né romantico. Il vero amore è l'accettazione di tutto ciò che è, è stato, sarà e non sarà.

Lei, nel tempo, è diventato un mito per i giovani. Ha scritto: ho abbandonato il mondo e ho cercato la solitudine perché mi sono stancato di rendere omaggio alle moltitudini che credono che l’umiltà sia una sorta di debolezza, e la compassione una specie di viltà, e lo snobismo una forma di forza. Ci dica della tenerezza

Tenerezza e gentilezza non sono sintomo di disperazione e debolezza, ma espressione di forza e di determinazione.

Grazie e buona vita

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