Le faccio questa breve intervista, destinata al mio blog, per capire la difficoltà del momento, comprendere le sue basi storiche, per incoraggiare alla conoscenza, alla ricerca, all’approfondimento e, quindi, perché si realizzino i valori di una concezione democratica dell’educazione e dell’organizzazione sociale.
Durante la guerra lei ha preso parte alla Resistenza, diventando staffetta partigiana della brigata Cesare Battisti. Quale è stata l’esperienza più sconvolgente della sua vita?
Nei tre anni che sono stata Presidente della commissione d’inchiesta sulla Loggia P2 1981/1984, solo frugando nei segreti della P2 ho scoperto come il potere, quello che ci viene delegato dal popolo, possa essere ridotto a un’apparenza. La P2 si è impadronita delle istituzioni, ha fatto un colpo di Stato strisciante. Per più di dieci anni i servizi segreti sono stati gestiti da un potere occulto.
Lei ci ha detto che dovremmo riflettere sul fatto che la democrazia non è solo libere elezioni, non è solo progresso economico. Che cos'è la democrazia per lei che è stata partigiana e prima donna, nel 1976, ad aver ricoperto la carica di ministro della nostra Repubblica?
La nostra storia ci dovrebbe insegnare che la democrazia è un bene delicato, fragile, deperibile, una pianta che attecchisce solo in certi terreni, precedentemente concimati, attraverso la responsabilità di tutto un popolo. E’ giustizia, è rispetto della dignità umana, dei diritti delle donne. E’ tranquillità per i vecchi e speranza per i figli. E’ pace.
Cosa ci dice delle donne in politica?
Sono convinta che la crisi di credibilità della classe politica potrebbe essere superata con una maggiore presenza delle donne, che hanno più moralità e più concretezza. È necessario che le donne comincino a rendersi conto che la partecipazione politica non è un diritto di parità: è prima di tutto un dovere. Il dovere di farsi carico della soluzione dei problemi, di non limitarsi a denunciarli.
Grazie e buona vita