I reggini festanti non avrebbero mai immaginato che il re che sbarcò a Reggio, a seguito dell’assassinio del padre Umberto I, sarebbe diventato uno dei responsabili delle atrocità del fasci-nazismo. Non è stato Vittorio Emanuele III di Savoia, figlio di re Umberto I e di Margherita di Savoia, a firmare, nel 1938 le leggi razziali che provocarono la deportazione e la sofferenza di migliaia di italiani?

Non è stato lui, che negli ultimi anni del suo regno, durante i quali avvenne l’ascesa del fascismo che si manifestò con la marcia verso Roma, a rifiutarsi a firmare la dichiarazione dello stato d’assedio che l’allora presidente del Consiglio Luigi Facta gli aveva sottoposto? Non è stato lui a dare l’incarico a Benito Mussolini di formare un nuovo governo, nonostante il suo partito avesse il 7 per cento dei seggi alla Camera? A lui è stato dedicato nel 1925, un Cippo marmoreo, realizzato, sul disegno dell’architetto Camillo Autore. Questo monumento, sin dal 31 maggio 1932, giorno della inaugurazione, presenti i Principi di Piemonte, Umberto e Maria José del Belgio, fa bella mostra di sé sul lungomare Falcomatà di Reggio Calabria, evidenziando l’unicità della bellezza del sito.

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