Strettamente collegato, verso nord, alle Serre e, verso sud, all’Aspromonte, il massiccio montuoso, si estende a cavallo fra il mare Tirreno e il mare Ionio, costituendo la parte intermedia dell’appennino reggino. Il suo territorio costituisce la parte più settentrionale del Parco nazionale dell’Aspromonte.  Lateralmente all'antica strada consolare

la “Via Grande”, che lo taglia in tutta la sua lunghezza per circa 23 chilometri, si lambiscono le Zone Speciali di Conservazione (ZSC) di Monte Campanaro e quella di Piano Abbruschiato. Un tempo, buona parte del suo territorio ricoperto da felci, è stato interessato, a partire dalla seconda metà del secolo scorso, da esagerati rimboschimenti di pino che, non essendo stati coltivati, in alcune aree non hanno alcun valore neppure paesaggistico e ricreativo. I beni della percezione visiva collocati sulle cime più interessanti come Monte Cuculo e Monte Pinticudi, i tanti sentieri che lo percorrono come il Sentiero del Brigante, il Sentiero Italia, il Sentiero dei greci e il sentiero, che dai piani di Moleti, raggiunge Monte Tre Pizzi, dopo essere passato dal Monte Antininello e dalle cascate Caccamelle, i resti archeologici censiti come la Pietra di San Trabus, il palazzo dello Zomaro, Bragatorta, Altanum e Torre Carditto sono sicuramente da promuovere con interventi minimi e leggeri.

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