Un mondo senza guerra è come un campo di grano senza gramigna. Estirparla non basta, serve continuare a coltivare il grano e attivare ogni pratica agricola per contrastare la sua insorgenza. Analogamente è indispensabile coltivare la pace attraverso la pratica della giustizia, dei diritti sociali, del disarmo, della libertà, della democrazia, della sconfitta della povertà.

Come è essenziale l'agricoltore così è fondamentale il costruttore di pace. La strada per la pace è lunga e stretta, ma è l'unica percorribile per eliminare la sofferenza. Si comincia con avere pace con sé stessi per poi unirsi in un solo grido Pace. Giova un impegno paziente, attento e continuo a tutti i livelli, per la sua realizzazione e il successivo mantenimento. Mi piacerebbe vedere in "braghe de tea" tutti i produttori e i mercanti di armi, anche quelle giocattolo. Occorre gridare con tutto il cuore e testimoniare fino agli estremi confini della terra la parola pace. Solo così si potranno realizzare occasioni legali per vivere e per creare i presupposti perché possano farlo anche le generazioni future. La qualità della vita sul pianeta subirebbe veramente un salto di qualità sia in termini economici che in termini di civilizzazione e socializzazione.

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