Capita anche a voi di domandarvi se, favoriti dalle “tenebre”, dalla corruzione, dell'immunità e, col pretesto della nostalgia, fanno business o sono potenziali criminali. Mi riferisco ad appartenenti a consorterie di ogni risma che si fanno notare per l’indossare camicie nere, per l’alzare il braccio con la mano distesa e perché fieri di stare dalla stessa parte di chi è stato responsabile di tanti crimini accaduti, il cui elenco è lungo e drammatico.

A volo d’uccello, sperando che non debbano più accadere, ricordo alcune azioni criminali come la conquista del potere attraverso una guerra civile; il confino per gli oppositori politici, intellettuali, slavi e omosessuali; la soppressione della libertà di stampa ( Il Corriere della Sera e La Stampa, che coraggiosamente nel 1924 accusano il governo fascista di complicità nell’assassinio del deputato socialista Giacomo Matteotti, sono costretti a sostituire i loro storici direttori con figure gradite al regime); i campi di concentramento e la deportazione di italiani di religione ebraica; la prigionia di Antonio Gramsci; l'uso delle armi chimiche in Etiopia con 30.000 civili bruciati vivi, impiccati, ammazzati di botte, fucilati nel massacro. Non mi esprimo sui risvolti penali legati al loro volere apparire, mentre mi preoccupo per la pericolosità potenziale di questi esseri.

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