Teresa Mattei scelse proprio la mimosa come simbolo per la festa delle donne perché era il fiore che i partigiani regalavano alle staffette. Le ricordava la lotta sulle montagne e che poteva essere raccolto a mazzi e gratuitamente. Lei è stata una pedagogista, una partigiana, nonché la più giovane delle 21 donne che fecero parte della prima Assemblea Costituente e anche l’ultima a morire. Fu radiata quando mise in discussione la «democraticità» del Partito comunista italiano al quale aderì nel 1942 ed è stata anche una delle prime iscritte che, dall’interno del partito, denunciò le anormalità della dittatura di Stalin.

Agli insistenti inviti di ricandidarsi alle elezioni del 18 aprile 1948 disse a Togliatti:<< Tu fai politica perché vuoi governare la gente; io invece vorrei che la gente si governasse da sé>>. Racconta, pure, che Togliatti avrebbe voluto farla abortire per timore dello scandalo, ma quel figlio lei l’avrebbe voluto. Disse a Togliatti: <<Le ragazze madri in Parlamento non sono rappresentate, dunque le rappresento io>>. Dopo che già era stata presidente della Camera per due volte disse a Nilde Iotti:<< Lo sai quanto costa 1 kg di pane? Quanta carne può comprare una massaia con 150 lire?>> E lei le rispose che non lo sapeva proprio. E allora le chiese: <<Come puoi rappresentare le donne italiane?>> Un fiore di donna esemplare in politica e nella vita.

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