I Santi Italogreci sono un patrimonio culturale e spirituale unico della Calabria bizantina e dell'area grecanica, testimoniando il legame con queste figure storiche di rilievo, sia a livello cittadino che nazionale e internazionale. I Santi Italogreci erano figure religiose venerate nelle comunità grecofone del Sud Italia, specialmente in Calabria, simbolo di un'identità culturale e religiosa profondamente radicata nelle tradizioni bizantine. Spesso raffigurati in icone e affreschi, sono rappresentati con attributi legati alla loro vita e alle loro opere.
Il Museo dei Santi Italogreci di Staiti, Reggio Calabria, è dedicato alla valorizzazione di queste figure, alcune delle quali hanno avuto un'influenza profonda sulle comunità locali. Tra esse spicca San Fantino il Cavallaro, giovane guardiano di cavalli al servizio di un patrizio romano, che aiutava i poveri macinando il loro grano di notte. La sua carità e la sua fede lo portarono a compiere miracoli, come fermare un fiume o moltiplicare il cibo. Un'altra figura di rilievo è Sant'Elia lo Speleota, eremita che visse in una grotta dedicandosi alla preghiera e diventando un modello di ascetismo. San Leo di Africo, vescovo locale, è ricordato per la sua fede incrollabile e la difesa della Chiesa, mentre Sant'Arsenio di Armo, discepolo di Elia, condivideva la sua vita ascetica. I luoghi di culto di questi santi sono sparsi nel territorio calabrese, creando un legame profondo tra le figure dei santi e la terra: da Taureana di Palmi a Melicuccà, fino all'Aspromonte.