Invadiamo, ora e dopo, il territorio prossimo alla nostra dimora, con la speranza che possano farlo, quanto prima, anche i nostri affetti e i graditi turisti che verranno per le meritate ferie.

Lo facciamo per noi che abbiamo accolto l’invito di “Rimanere distanti oggi, per riabbracciarci domani. Fermiamoci oggi per correre più veloci domani”, ma anche per coloro che hanno dovuto, per il bene comune, fermare le loro attività economiche e, quindi, il loro sostentamento e quello delle loro famiglie. Diventa un imperativo categorico praticare, a ogni latitudine, il turismo di prossimità poiché tutta l'Italia è ricca di bellezze naturalistiche, artistiche, enogastronomiche, ecc., ridando così un poco di ossigeno all'economia locale asfittica anche in tempi normali. In tal modo, contenendo anche gli oneri per il trasporto, si dà la possibilità di arricchirsi delle tante risorse che l'ambiente naturale ci offre gratuitamente e, nel contempo, anche di portare valuta immediata agli operatori economici. Non è mai troppo tardi per prendere la sana abitudine di consumare cibo e turismo a chilometro zero. Le mie mete saranno il reggino e il vibonese. Ognuno invada il proprio territorio.                                                                          

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