L'ottimismo del cuore e della ragione deve spingere tutti, nessuno escluso, a pensare in che modo e su cosa costruire il mondo, una volta che la tempesta sarà finita anche se siamo ancora in emergenza.

L’umanità, alla deriva, ha lavorato duramente per costruire “nuove case e nuove grandi città dotate di una torre” ,talmente alta, da arrivare sino in cielo, in modo che tutti, da qualunque luogo, possano vedere l’umana potenza. Questa improvvisa pandemia, caratterizzata non solo dalla virulenza del microrganismo, ma soprattutto dalla velocità di trasmissione e facilità del contatto, ha “sciolto come neve al sole” quell’atteggiamento di superbia, che rimanda sia alla famosa Torre di Babele, ricordata nella Bibbia che alla Divina Commedia. Dante e Virgilio, nel canto XI  del   Purgatorio, arrivati alla prima cornice, incontrano le anime dei superbi che espiano i loro peccati, camminando con un masso sulla schiena e cantando il Padre Nostro in segno di umiltà. Come il canto si chiude con una predizione in merito al futuro di Dante così, anche noi, ci interroghiamo sul futuro del dopo coronavirus. La superbia e il desiderio di fama, senza una reale ragione, continueranno a dominare la vita degli uomini, costretti, all’improvviso, a dovere progettare e costruire diversamente ?

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