Un soggetto fisicamente attivo di 65 anni ha la stessa efficienza di un soggetto sedentario di 30. E noto che l’attività fisica favorisce, nelle persone

meno giovani, la conservazione della massa proteica e ritarda il processo di invecchiamento, mentre, nei soggetti anziani, pare che si sono riscontrati miglioramenti legati all’allenamento, di entità paragonabile a quanto si è osservato nei giovani. Quindi, a parità di altre condizioni, l’aspettativa di vita di un soggetto fisicamente attivo rispetto ad un soggetto sedentario risulta di 20 anni più lunga nel primo rispetto al secondo.Rimane vero però che l’incidenza di molte malattie, come la corono patia, l’infarto miocardico e il diabete sia maggiore nei soggetti sedentari. Le montagne possono così assumere le sembianze di uno “stadio” naturale per la pratica di attività sportive come l’alpinismo, l’escursionismo, l’orienteering, la mountain bike, lo sci alpinismo, lo sci nordico, il tiro con l’arco, la scalata di cascate, il rafting ed altre. Queste non richiedono la realizzazione di strutture fisse e non modificano irreversibilmente la capacità dell’ambiente naturale a produrre le risorse necessarie a sostenere anche in futuro lo sviluppo della società umana. E allora, questa estate, portiamo tutti in montagna, anche i meno giovani, perché mediante la pratica sportiva possano migliorare le loro condizioni di salute e, nel contempo, favorire anche lo sviluppo della montagna.

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