Se il telegrafo, introdotto in Aspromonte per la ricerca del brigante Musolino, fosse stato stato utilizzato per comunicare l’avvenuto armistizio, tante inutili vittime non ci sarebbero state. Infatti,

all’indomani dell’armistizio del 3 settembre 1943, la IIa Divisione paracadutisti “Nembo”, mandata in Calabria per fermare l’avanzata delle truppe alleate, dopo aver affrontato nel Comune di Santo Stefano in Aspromonte il 4 settembre i reggimenti “Carleston” e York” della prima brigata canadese, combatté una cruenta battaglia sull’altopiano dello Zilastro. Circa 400 valorosi soldati della “Nembo”, stremati anche per i lunghi giorni di cammino sui sentieri aspromontani e con poche scorte alimentari, assaltarono, dando prova di incredibile coraggio il Reggimento Canadese “Nuova Scozia” composto da 5 mila unità.  Durante la notte, i paracadutisti italiani furono circondati dai canadesi e, per cercare di liberare un gruppo di soldati fatti prigionieri, offrirono la loro vita, assaltando con coraggio e ardimento il reggimento canadese. Essendo anche a corto di munizioni, fecero uso persino delle armi bianche ingaggiando un violento corpo a corpo. L’ammirazione del comandante del reggimento canadese fu tale che, dopo aver fatto ordinare il cessate il fuoco, ai superstiti fatti prigionieri e liberati dopo l’avvenuta comunicazione dell’armistizio, espresse il suo apprezzamento. Da anni si commemora questo avvenimento epico poco conosciuto e meritevole di menzione, per il coraggio e l’ardimento manifestato e che riporta alla memoria chi lottò, dando il proprio contributo di dolore e di sangue innocente, immolandosi per rimanere fedele al giuramento alla patria. Ciò sia di sprone, soprattutto alle nuove generazioni, per ricercare nuove strade di pace, concordia e giustizia sociale.

Su quell’altopiano dove cresce rigoglioso l’agrifoglio “u zilastru” insieme una stele posta per ricordare tale battaglia di quei valorosi paracadutisti, è rimasta tanta amarezza e ma anche tanta speranza che simili episodi non debbano più accadere.

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