La distribuzione delle popolazioni sul territorio pedemontano del reggino è la risultante di una successione di modificazioni e di componenti che hanno influenzato da sempre il modo di vivere e le caratteristiche degli abitati. Molti insediamenti erano sorti, lungo l’entroterra, sia per garantire maggiore igiene e salubrità di quei luoghi rispetto ad altre aree, dove erano diffuse alcune malattie come la malaria, sia per consentire una più facile tutela e difesa degli abitanti dagli attacchi che venivano dal mare ma anche dai briganti.

La presenza di contratti con i quali i contadini venivano sottopagati, insieme a condizioni di grande arretratezza nel campo agricolo e ad altri fattori come i mercati, l’improduttività delle colture, migliori condizioni di reddito e di vita altrove, spinsero ad abbandonare questi ed altri luoghi e a modificare, conseguentemente, l’andamento demografico e, più specificatamente, una consistente diminuzione di capitale umano.   L’11 dicembre di ogni anno si festeggia “La giornata internazionale della montagna”, istituita  dalle Nazioni unite nel 2003 per riflettere ( e per far riflettere ) sull’importanza delle montagne per la vita, ma anche  per sensibilizzare l’opinione pubblica sullo sviluppo sostenibile e la tutela dell’ambiente. Sono circa 11 milioni i residenti in 4201 comuni italiani di montagna. I paesi di montagna sono patrimonio indispensabile per tutti i centri abitati. Per valorizzare la pianura è indispensabile tutelale la montagna.

Ogni anno, in occasione dell’apertura dell’anno scolastico, si rinnova la problematica relativa alla chiusura delle scuole di montagna. Questa ricorrente annuale informazione mette in evidenza la netta separazione fra il dire, in campo politico e legislativo, con la triste realtà del fare. Una seria e mirata programmazione, a media e lunga scadenza, che consenta di passare ai fatti, diventa un imperativo categorico per evitare che, con cadenza annuale, all’inizio dell’anno scolastico, non ritorni il noto ritornello che fa: “si deve fare qualcosa per scongiurare la chiusura delle scuole di montagna”. Lunga vita alle popolazioni montane e alle scuole di montagna, culle della conoscenza. 

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