L’attribuzione del nome alla via pare che sia dovuta all’esistenza di un certo Francesco, proprietario di un mulino, al quale gli abitanti avevano attribuito il diminutivo “Ciccarello”. Un segno, non facilmente identificabile, del mulino, azionato con l’acqua, si trova in prossimità della fiumara Sant’Agata.
Sul rudere rimasto, non facile da trovare, si rileva una data, 1760, che potrebbe essere l’anno della sua costruzione. Avanzando verso nord, si scorge facilmente il mitico campo di calcio, appunto, di Ciccarello che è stato la fucina di tanti importanti calciatori reggini. Attualmente è stato ristrutturato e quasi completato per essere riutilizzato. Nella parte mediana e terminale, su una superficie di circa due ettari, sorge una ex polveriera, la prima batteria, costruita tra il 1912 e il 1914 per difendere da sud lo stretto di Messina. Non è di facile accesso. Recentemente è stata acquisita dalla città Metropolitana per farne, dopo che sarà bonificata, un parco urbano. Nel rione, che è al momento, purtroppo, un non luogo, esistono significative realtà imprenditoriali e sociali come la Scuola allievi carabinieri, un cinema multisala, un centro commerciale per la vendita di prodotti informatici e per la casa, un albergo, una piscina, concessionarie di autovetture, un qualificato caseificio, palestre, supermercati, una radio locale, ecc. Se è vero che la storia non si scrive con i "se" e con i "ma", è anche vero che se si vuole si può costruire una nuova storia per il rione Ciccarello, facendolo diventare un luogo, soprattutto, attraverso seri interventi di legalità ma, anche, favorendo il miglioramento delle strutture imprenditoriali esistenti e l’insorgenza di nuove, recuperando i segni dell’uomo esistenti e pianificando gli interventi utili ai residenti e anche a tutta la città.