E' molto sentita l'esigenza di indignarsi con le vittime della sanità calabrese e, nel contempo, di biasimare l’operato di
coloro che hanno omesso e/o non hanno contribuito a realizzare una degna rete sanitaria pubblica a servizio dei calabresi. Tutto il disprezzo per quella politica che gestisce le attività lecite in modo illecito. Non può essere la rabbia a spingere i calabresi a pretendere, come è giusto che sia, la sanità pubblica prioritaria rispetto a quella privata. Quest’ultima può e deve essere di qualità e complementare alla prima. Invece della rabbia, spesso espressione di facinorosi e di odiatori seriali, farà da battistrada la consapevolezza di dover agire, a tutti i livelli, per nobilitare la politica che, oggi appare più di ieri, in mano a faccendieri di tutti i colori e di tutte le consorterie. Linfa di nuova speranza potrà arrivare dal potere, in ogni ambito, se questo, spezzando le catene che lo lega a chi gli ha dato privilegi, non cercando più gli esperti “nel cimitero degli elefanti” o tra “i trombati della politica”, ricercherà i migliori, scegliendo individui di alto profilo, di specchiata moralità, con esperienze e competenze dimostrate, non legate ad alcun legame corporativistico e, quindi, libere di fare e agire in base a quanto ritengono giusto, nel rispetto dei diritti altrui e per il bene di tutti. Il pensiero, per la sanità calabrese, va almeno ad un manager sanitario e a uno “giudiziario” che lavorino in sinergia tra loro e con chi è deputato alla sicurezza dello Stato. Il primo dovrà essere capace “di dirigere strutture ed aree di intervento delle organizzazioni sanitarie e socio - sanitarie, sapendone pianificare, gestire e coordinare lo sviluppo delle risorse finanziarie, umane, strutturali e tecnologiche”. Il secondo, all’interno dell’ordinamento giudiziario, dovrà essere capace di fare “pulizia” e recuperare le somme indebitamente percepite, condannando gli eventuali responsabili. "Come dal letame nascono i fiori", così, a seguito della pessima gestione calabrese delle attività legata al “covid 19”, nascerà quella sanità tanto auspicata da tutti i calabresi. Pia illusione?