La parola surrogato evoca infelici pensieri soprattutto in coloro che hanno vissuto in anni di povertà e miseria. Quando il caffè non era disponibile o difficilmente reperibile, mentre le persone più abbienti ricorrevano come surrogato del caffè al “caffè d’orzo”, le persone meno abbienti, invece bevevano il surrogato del caffè fatto con ghiande.

Cu è luntanu du sonu gran cansuni sapi” cioè “chi è lontano dal suono, conosce grandi canzoni”, diceva, in senso ironico, occasionalmente, nonna Tita a proposito di chi esprime facili giudizi, non vivendo nel contesto di riferimento.

Mentre è sempre obbligatoria la mascherina ed è vietato fare assembramenti, al chiuso e all'aperto, nella città del bergamotto, che sorge nel luogo dove, secondo l'oracolo di Delfi, i Calcidesi avevano trovato “una vite avvinghiata ad un fico selvatico protesi in un soffocante abbraccio” attualmente, non ci sono limitazioni per spostarsi all'interno del comune.

Il territorio della città di Palmi offre la possibilità di osservare vedute dello stretto di Messina, del favoloso promontorio di Scilla, cantato da Omero, delle isole Eolie e di Capo Vaticano, percorrendo itinerari  caratterizzati da un susseguirsi di strapiombi su baie, scogliere e rocce della Costa Viola, così definita dal filosofo greco Platone, venuto a visitarla 2300 anni.

Inoltre, oltre la cima del Monte Sant’Elia con il percorso chiamato “ il Tracciolino”, costituiscono uno scrigno la grotta di Tràchina (luogo d’incontro di tante popolazioni ) e due ville ottocentesche proiettate sul mare, con paesaggi mozzafiato. Queste, appartenenti a Ermelinda Oliva e Leonida Repaci, hanno ospitato importanti poeti, scrittori e pittori e le loro opere.

A distanza di qualche chilometro, a Taureana, percepisco e vivo sempre una forte emozione ogni volta che mi calo in una cripta sotterranea, scoperta per caso nel 1952, dove ha vissuto San Fantino, il Santo più antico della Calabria.

La modifica della preghiera "Padre nostro" mi ha portato a pensare alla "Preghiera semplice" di San Francesco e, quindi, ad aggiungere una ulteriore interpretazione, in relazione a questo momento storico nel quale lo scoramento spadroneggia e che, talvolta, porta a pensare ad un generale disimpegno.
Lascio ogni commento e una preghiera per tutti coloro che amano la pace e la giustizia.

Questa attività economica, un tempo molto diffusa, trovava la sua massima espressione, nel reggino, soprattutto sul versante ionico e più precisamente nella zona grecanica ( Bova, Condofuri, Roccaforte del greco, Bagaladi, Brancaleone, Staiti, Ferruzzano . Bruzzano ) e nell'entroterra di Bianco (Caraffa, Casignana, Samo, San Luca). Oltre alla "pezzara", ovvero una sorta di tessuti a strisce realizzati con i resti delle varie stoffe, un prodotto tipico della tessitura erano le coperte di ginestra realizzate con le fibre di questo vegetale che veniva raccolto, macerato, cardato e quindi tessuto. Nel mese di agosto, le donne, curve o appoggiate col ventre sulla roccia, protendevano le braccia per tagliare con la roncola la ginestra ('U spartu) che poi accatastano sul terreno. Mediante un lavoro lungo e penoso, le cataste venivano trasportate sul greto della fiumara, dove tutta la ginestra veniva messa nelle caldaie poggiate su massi o improvvisati tripodi e fatta bollire, prima che finiva il mese. Tolta poi dalle caldaie, essa era pronta per essere sfilata. Questo lavoro si eseguiva, cacciando a filo a filo la pellicola o la membrana, che doveva essere battuta. Dopo la bollitura e la sfilatura la ginestra veniva battuta nella maciulla e poi messa ad imbiancare, al sole. Durante l'inverno le donne filavano la ginestra e poi le tessitrici ne facevano tela, con la quale le famiglie si coprivano. La coperta è ruvida, ma buona e duratura.

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